Il 23 novembre 2007 inaugura a Roma
presso la Sala Regia e la Sala delle Battaglie di Palazzo Venezia
la mostra dedicata a Francesco Cozza, pittore calabrese del
Seicento. L’esposizione è promossa dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Comitato
Nazionale per le celebrazioni del IV centenario della nascita
dell’artista, presieduto da Claudio Strinati, Soprintendente
del Polo Museale Romano, dal Comitato Nazionale per le celebrazioni
del III centenario della morte di Mattia Preti, presieduto
dall’On. Vittorio Sgarbi, e organizzata dalla Soprintendenza
per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico del Lazio,
diretta da Rossella Vodret, e dalla Soprintendente del Polo Museale
Romano. Realizzata con il sostegno dell’Assessorato alla
cultura della Regione Calabria, guidato dall’On. Sandro
Principe.
Francesco Cozza, nato in Calabria, si
trasferisce a Roma, dove frequenta la fiorente bottega del
Domenichino, celebre pittore del quale fu allievo e collaboratore,
assimilandone come tratti distintivi i caratteri stilistici del
classicismo bolognese.
Dai documenti studiati per questa occasione
emergono alcuni momenti fondamentali della formazione artistica del
pittore calabrese, definito dallo storico Giovan Battista Passeri
“intelligente e studioso”. Nel 1631 la sua presenza
è attestata negli “stati delle anime” della
parrocchia di S. Andrea delle Fratte, retta dai padri Minimi di san
Francesco di Paola che, secondo una tradizione consolidata,
offrivano ospitalità e appoggio ai corregionali del loro
Santo fondatore.
Abbiamo altre testimonianze certe del pittore
presso l’Accademia di San Luca nel 1634 e quella del
1648, invece, quando viene accettato nella Congregazione dei
Virtuosi del Pantheon, tenendo rapporti con gli altri calabresi
lì presenti tra i quali certamente Gregorio Preti, fratello
di Mattia, anche lui membro della stessa istituzione.
Tra il 1637 e il 1641, Francesco Cozza
soggiorna a Napoli, città nella quale si trasferisce al
seguito del Domenichino. Tra i suoi capolavori realizza tra il 1658
e il 1659 gli affreschi nella “Stanza del fuoco” nel
Palazzo Doria Pamphilij a Valmontone. Una decina di anni dopo
dipinge gli affreschi del Collegio Innocenziano a Piazza Navona.
L’artista, redige il suo testamento il 9 gennaio 1682 e
muore, appena quattro giorni dopo, il 13 gennaio 1682
La mostra, a cura di Claudio
Strinati, Rossella Vodret e Giorgio Leone, intende mettere in
luce l’opera del pittore calabrese, attraverso
l’esposizione di ventidue opere certe - firmate, documentate,
citate dalle fonti antiche, e incontestabilmente attribuite -, in
modo da poter mettere in evidenza con più facilità il
suo stile e il reale apporto dato al variegato panorama artistico
romano seicentesco.
Tra le opere presenti, provenienti da
tutt’Italia, emergono senz’altro le bellissime tele
raffiguranti la Madonna del Riscatto, custodita oggi nel
refettorio del Collegio Nepomuceno di Roma, e la Madonna col
bambino tra i Santi Gioacchino e Anna della chiesa di S.
Egidio a Montalcino, in provincia di Siena. Due opere notevoli, in
cui si avverte il superamento delle posizioni classicistiche
iniziali e domenichiane verso un linguaggio più aperto agli
sviluppi bolognesi e romani barocchi. Primeggia, inoltre, il
Ritrovamento di Mosè dei Pii Stabilimenti di S.
Maria in Aquiro di Roma, ambientato in un paesaggio sensibile alla
poetica di Dughet e di Salvator Rosa.
Sarà, inoltre, particolarmente interessante il confronto
inedito tra le tre tele raffiguranti la Fuga in Egitto, conservate
rispettivamente a Roma, nel Convento di Sant’Angelo in
Pescheria e nella Cappella della Madonna di San Marco a Palazzo
Venezia, e a Molfetta. Un confronto reso più stimolante dopo
il restauro eseguito sulle tele di Molfetta e della Cappella della
Madonna di Palazzo Venezia.
Il catalogo, edito da Rubbettino e
interamente finanziato dall’Assessorato alla cultura della
Regione Calabria, per il diretto impegno dell’on. Sandro
Principe, raccoglie oltre, alle opere esposte in mostra –
pubblicate anche in una Guida breve a parte -, tutta la produzione
artistica di Francesco Cozza ponendosi così come una vera e
propria “opera completa”. Si è scelto di
corredarlo di ampi apparati contenenti tutti i nuovi documenti
emersi dalle ricerche intraprese per questa occasione, come la
presentazione critica, la trascrizione e le foto a colori del
trattato sulla prospettiva scritto da Francesco Cozza e conservato
nell’archivio storico dell’Accademia Nazionale di San
Luca, opera di grande interesse ancor poco approfondita. La mostra
sarà completata da un convegno che si terrà nel
palazzo Pamphilj a Valmontone a fine gennaio.
L’evento è stato reso possibile
anche grazie al contributo di Eurofiditalia e di Barbieri Catering.
L’organizzazione è stata realizzata da Iniziative
integrate s.c.a.r.l., Iride per il Terzo Millennio s.r.l e
Minoranze Creative.
Francesco Cozza 1605-1682
un calabrese a Roma tra classicismo e barocco
24 novembre 2007 – 13 gennaio 2008
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